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(Dis)Imparare

 

“avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo… e a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo” (Efesini 4:22-24)

L’apprendimento è una delle caratteristiche più affascinanti che si possono cogliere nell’essere umano. Non esiste nessuna persona al mondo che non abbia questa peculiarità, perché è innata.

Pensiamo ai bambini. Quando vengono al mondo, vedono tutto nuovo e non hanno alcuno strumento che li aiuti ad affrontare la vita terrena; perciò non possono far altro che acquisire conoscenze, saperi, nozioni, modelli di comportamento, emozioni, capacità fisiche e intellettive. Essi imparano a conoscere ciò che è buono da ciò che non lo è, il bene dal male.

Qui cominciano i problemi.

Si potrebbe pensare che più riusciamo a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, più saremo in grado di camminare rettamente, ma possiamo constatare che purtroppo non è così.

Questa amara verità viene sottolineata anche dall’apostolo Paolo, quando descriveva la sua vita prima di abbracciare il Vangelo: “Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio“ [Romani 7:15].

Qui Paolo stava spiegando che l’uomo non riesce ad adempiere la giustizia di Dio a causa della sua natura peccaminosa. Potremmo fare un esempio forse banale, ma che rende l’idea. Se ad un bambino chiediamo di non toccare qualcosa, inevitabilmente sarà tentato dal farlo.

Immaginiamo di dire: “non toccare il forno perché ti brucerai”, otterremo talvolta che il bambino lo comprenderà solo dopo essersi bruciato. È come se ci fosse una natura innata che porta a fare ciò che non è giusto, a disubbidire.

 

Ad aggravare tutto questo si potrebbero aggiungere le esperienze della vita che possono segnare in maniera drammatica i comportamenti e le relazioni, fino ad acquisire abitudini sbagliate, che rovinano interamente le persone.

Ma c’è una buona notizia!

Ancora oggi il sacrificio di Gesù sulla croce dà la possibilità all’uomo di essere perdonato di tutti i suoi peccati e di ricevere una nuova natura. Egli può iniziare a vivere la sua vita in una prospettiva diversa e ricevere anche la capacità di far sue le virtù di Cristo!

Colui che si è convertito da poco a Cristo è reso capace di fare il bene, ma, a differenza del bambino naturale, non deve solo imparare il nuovo, ma anche “disimparare” tutto ciò che faceva e pensava che non onorava Dio. Il credente deve continuare a  riconsiderare la sua condotta precedente e togliere ciò che non è buono nella sua vita, un’operazione che la Bibbia definisce come “ravvedimento”.

Questo compito non è facile da assolvere, perché non è innato, ma il Signore ci dice sempre mediante Paolo: “Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne”[Galati 5:16].

Dobbiamo quindi “camminare” accanto a Dio, una parola che indica un percorso continuativo nel quale sempre più metteremo da parte il vecchio uomo (la carne) che non piace a Dio, e lasceremo sempre più spazio alla nuova natura che Gesù ci ha donato!

E la Sua potenza e grazia opererà in noi questo meraviglioso cambiamento.

Più saremo vicino a Dio e più non saremo tentati a fare ciò che Lo disonora, ma vivremo appieno le Sue virtù diventando sempre più simili a Gesù!