L’etichetta del “bravo ragazzo”
Mi chiamo Samuele e la mia storia, seppur semplice e magari simile a quella di altri credenti, è stata plasmata dal Signore che agisce in ognuno in maniera diversa.
Io sono nato e cresciuto, grazie a Dio, in una famiglia di credenti cristiani evangelici, fin da bambino non mi sono mai perso un culto né la scuola domenicale, ero un bambino vispo, educato ed a modo, tutti dicevano “Guarda un po’ che bravo ragazzo”.
Gli anni passavano ed arrivata l’età dell’adolescenza, nonostante avessi avuto modo di sperimentare la grazia di Dio attraverso guarigioni e benedizioni, decisi di allontanarmi dal Signore, ma nonostante questo, continuavo a frequentare la chiesa ed i culti, e continuavo a preservare l’etichetta del “bravo ragazzo”.
Ma anche se gli altri mi vedevano bravo e costante nella presenza alle riunioni, fino al punto in cui si domandavano: “Ma perché Samuele, un così bravo ragazzo, non si è ancora battezzato?”, la verità è che solo Dio sapeva cosa avessi nel mio cuore.
In quel periodo ero nel peccato ed ero lontano dal ricercare la salvezza, cosa che mi portava ad avere il cuore sempre più vuoto.
Arrivato all’età di 18 anni, una sera di dicembre, esasperato da questa doppia vita che conducevo e dal mio cuore che era sempre più vuoto, gridai al Signore e gli chiesi di liberarmi dal peccato e dalla vita che conducevo. Se mi avesse dato Lui la forza per uscirne, avrei dedicato veramente la mia vita a Dio, senza se e senza ma.